Informazioni del Percorso
  • Bellezza: 4.5
  • Partenza: 46°10'24.0"N 9°14'27.6"E
  • Durata: 07:00
  • Quota: 2011 mt
  • Dislivello: 1070 mt
  • Distanza: 15.2 km
  • Tipologia: Escursionismo
  • Difficoltà: EAI
  • Stagione: Inverno
  • Esposizione: Sud
Dopo aver trascorso in auto una strada molto dissestata, ci troviamo in un piccolissimo piazzale con un indicazione di legno massiccio che ci indica la nostra meta: il bivacco zeb, a quota 2011 mt. Il sentiero si distende in modo abbastanza continuo per i successivi 5 km, con una salita regolare a mala pena percettibile, attraverso torrenti, foppe abbandonate e pure un ponticello con la ringhiera penzolante. Poco a poco la terra lascia il posto alla neve e, una volta superati i fatidici 5km, inizia la parte difficile dove, in pochi chilometri, bisogna fare ben 600 metri di dislivello ricoperti da 40 cm di neve che andranno ad aumentare salendo. Prossimi all'arrivo al bivacco, che fino ad allora non si era ancora visto, rischiamo di cadere in un buco di 2 metri causato dal passaggio, al di sotto della neve, di un ruscello che ha creato un tunnel lungo quasi tutto l'ultimo tratto. Superato quest'ultimo pericoloso tratto, intravediamo il bivacco solo a pochi metri da esso, quasi completamente ricoperto dalla neve, in uno spettacolare scenario mozzafiato, contornato da meravigliose montagne innevate. Qui mangiamo qualcosa e iniziamo a sistemarci per la notte. Dopo esserci addormentati per tre ore nel pomeriggio, ancora un po' assonnati, iniziamo a preparare la cena a base di riso liofilizzato, concludendo con qualche sorso di Zabov (un liquore a base di zabaione). Preparatici per andare a dormire , ma non prima di aver dato uno sguardo al cielo stellato, ci corichiamo esausti. All'improvviso, nel cuore della notte, sperduti nel nulla, con nostra gran sorpresa, entrano due uomini mauriziani esclamando di esser quasi morti. Passiamo la successiva mezzora ad ascoltare la loro folle vicenda. Quegli uomini, partiti alle 4:30,hanno impiegato ben 7 ore per arrivare al bivacco, e non c'è da stupirsi poichè non avevano ne ramponi ne ramponcini e nemmeno una picozza. A mala pena un bastoncino a testa. Sopravvissuti all'impossibile, la prima cosa che fanno è fumarsi una canna, in celebrazione, penso, di essere scampati alla morte. La mattina seguente, dopo aver sistemato e ripulito il bivacco, e non dopo aversi fumato una canna come colazione, discendiamo assieme nella speranza che i solchi dei nostri ramponcini possano aiutarli. Nella pratica non è così, scivolano innumerevoli volte, come è naturale che sia, ma non si scoraggiano e, dopo averli aspettati per aiutarli nei momenti più difficili, li lasciamo alle spalle, non dopo averci ringraziato calorosamente.

  • Sacco a pelo
  • Ramponcini (almeno)
  • Ghette
  • Ochhiali da sole
Mappa